Grand Hotel, Porto
Pierluigi Nicolin nel 2005 in un’intervista al Corriere della Sera afferma: “Detesto il kitsch, ovvero la mescolanza di cose diverse praticata da persone disorientate. Detesto gli spazi che vengono costipati per incapacità di sostenere il vuoto. Ritengo doveroso saper scegliere, filtrare il mondo delle merci”.
Quando nel 2005 siamo stati invitati a progettare la ristrutturazione del Grand Hotel di Oporto, Portogallo (celebre hotel della città, inaugurato nel 1880) siamo stati confrontati con un certo “disorientamento” provocato dalle profonde e dolorose trasformazioni che gli spazi dell’hotel avevano “sofferto” durante decadi.
L’hotel è situato in “Rua de Santa Catarina”, nel centro cittadino, dove convergono confusi movimenti di persone, veicoli, luci, suoni, che creano rumori contrastanti con il suo passato nobile, organizzato, controllato, dominato da spazi di incontro, caffè, sale di lettura. Lo spazio si presentava come una successione di trasformazioni decorse durante un secolo, non sempre di facile lettura, e denunciava una perdita di identità, grave, quando si ricorda la storia di uno degli hotel più emblematici della città (il più antico in attività).
Il cliente stesso era smarrito nella complessità dello spazio.
Insieme al committente abbiamo stabilito una strategia d’intervento: 6 livelli da ristrutturare, 90 stanze circa (comprese le suite) e le zone di servizio; non interrompere l’attività dell’hotel e terminare le opere entro il 2011.
2005_ facciate;
2006_livello 6;
2007_livello 5;
2008_livello 1 e PADIGLIONE MULTIFUNZIONALE;
2009/2011_livelli 4-3-2.
Colori predominanti marrone e bianco.
L’opera in corso è una continua sorpresa, un manufatto archeologico che ci aiuta a
risolvere gli spazi e riprodurre ancora una volta quella atmosfera affascinante, “nascosta” dal tempo.