Shelter n.1 è la prima forma di un manufatto smontabile e itinerante.
Il suo obiettivo, oltre a garantire ombra e riparo, è quello di riuscire a catalizzare attorno a sé persone e attività, spostandosi di volta in volta, laddove ce ne sia voglia e necessità.
La sua costruzione si inserisce nel più ampio contesto di un processo di rigenerazione urbana che, attraverso interventi di pianificazione e percorsi di lavoro dal basso, mira a ripristinare un certo grado di socialità e vivibilità nel quartiere Macrolotto 0 di Prato.
Nello specifico, l’intervento fa parte di Rigenerazione POP, una serie di progetti pilota sulla sicurezza urbana sviluppati dal Comune di Prato e finanziati da Regione Toscana con lo scopo di promuovere forme di controllo del territorio alternative all’installazione di camere di sorveglianza a circuito chiuso, o alla presenza costante di forze armate.
Come prima localizzazione, è stato montato in un ex piazzale industriale, luogo fino a poco tempo fa inaccessibile e lasciato all’incuria e all’abbandono. Nell’attesa della futura cantierizzazione del piazzale per la realizzazione di un parco (previsto dal Piano di Innovazione Urbana di Prato), l’area è stata aperta temporaneamente in forma di spazio pubblico temporaneo, per abituare i cittadini alla presenza di un nuovo spazio aperto a tutti nel quartiere e rendendoli in prima persona partecipi della sua creazione.
La struttura è di supporto ad una serie di attività estive, anticipazione di parte del programma del futuro parco: momenti di scambio e di confronto, in un quartiere in cui la carenza di spazio pubblico è aggravata dalla difficile presenza di una delle comunità cinesi più grandi d’Europa.
La struttura è costruita con sistema tubo-giunto, stabilizzata a terra da 32 jersey in cemento, utilizzabili come seduta. Queste zavorre poggiano su una piattaforma di asfalto rinvenuta sotto uno strato di terra: questa piattaforma rettangolare, usata un tempo per la sosta dei camion, è diventata matrice dimensionale del progetto.
Dal punto di vista compositivo, la costruzione di questa prima forma vuole indagare le possibilità espressive raggiungibili con sistemi ed elementi standard: i tubi innocenti impiegati sono stati scelti tra le 12 lunghezze regolarmente in commercio, i tubi sono stati assemblati, (senza essere stati scorciati, mantenendo dunque il loro valore di materia prima) solo attraverso giunti ortogonali per assicurare resistenza e stabilità: Il progetto è quindi il risultato di una serie di dimensioni fisse, vincolate da elementi standard, che trova nel processo di progettazione e nella precisa esecuzione la sua forma finale.
In linea con l’idea generale dell’intervento, la modellazione dello spazio attorno alla struttura è stata condotta mediante una serie di cantieri collaborativi in cui materiali di recupero rinvenuti in situ e vegetazione spontanea sono stati addomesticati per trasformare il piazzale abbandonato in un vero e proprio giardino del terzo paesaggio.
Lo smontaggio di Shelter n.1 è previsto per l’autunno 2018 per essere rimontato in una nuova configurazione in un altro quartiere periferico della città.