GAMeC, Bergamo, Italy
Retrofitting a former sportshall, C+S design the new museum of contemporary and modern art in Bergamo, Italy
Cappai and Segantini opt not to demolish the existing building. Instead they use the space potential gained after the demolition of the sport arena, confirming the role of the public building in the mental maps of the citizens of the city of Bergamo and reinventing for it a new programme and interior urban space.
“Retrofit means enhancing the existing building with new programs and cutting edge technologies, in order to extend its life. We inherit from the past generous spaces that would be difficult to imagine today due to the lack of resources and space in the European cities. We believe in the opportunity of reusing buildings and urban complexes transforming them into regenerated spaces for people and communities. In this sense the retrofit operation is resilient and is an exceptional tool to traslate the community heritage into future heritage”- write Cappai and Segantini.
The project radically transforms the existing structure of the building through the demolition of the sport arena, but maintaining the elliptical sequence of the structural concrete-made pillars and revealing the brick portions cladded among them.
The design process is the real invention of the project with a series of operations put in place to gradually consolidate the existing structure with the new graft which houses the museum.
The design becomes a bridge between the past and the future: on one side maintaining a strong character of the original structure, on the other liberating a four storey high interior space to house the new art galleries.
The building lays on a piazza which is slightly higher than the street level, to which it is connected through a series of ramps granting the complete accessibility to the building.
The foyer is projected towards the outside and becomes a threshold between the city and the museum.
The elliptic volume is cladded with stainless steel curved panels on which is laying a new translucent volume, which houses a coffee and a restaurant opened towards a panoramic terrace looking at the city of Bergamo and its landscape.
The ground floor is a free floor where it is possible to activate different activities with different stakeholders- leisure, commercial, exhibitions and so on.
Inside, the four floors height space explodes with the richness of its materiality, which defines the character of the museum: the concrete structure, the brick-made cladding and the signs of transformation are memories of the past in dialogue with the suspended opaline volume which houses the exhibition spaces, accessed through a monumental stair.
Particularly accurate is the definition of the exhibition spaces, due to the great value of the collection. The transparency of the perimeter is possible thanks to a modular system which grants the light diffusion together with a correct acoustic insulation.
The museum route fluctuates between the art exhibition and views toward Bergamo, becoming a machine to enjoy the city from unusual viewpoints.
In this way GAMeC transforms the city itself in a museum to be completely enjoyed on the top floor panoramic terrace at the end of the journey.
La nuova GAMeC nasce dalla trasformazione del palazzetto dello sport di Via Piacentino di cui Cappai e Segantini. Nessuna demolizione. Cappai e Segantini intercettano la potenzialità dello spazio e creano all’interno il nuovo museo. Il progetto produce una nuova energia urbana: quella che l’edificio rinnovato immette nella città attraendo flussi e azioni dei cittadini, che continuano a riconoscere il nuovo GAMeC nelle loro mappe mentali, ma allo stesso tempo lo reinventano come spazio di identità urbana futura.
“Con il termine retrofit si intende l’attività di addizione di nuove tecnologie/funzionalità ad un sistema (sia esso un automobile, edificio, ecc.) vecchio, così da prolungarne la vita.
Abbiamo ereditato dal passato edifici di dimensioni e strutture generose e che oggi con difficoltà potremmo permetterci di realizzare. Abbiamo risorse limitate e meno abbondanza di suolo da consumare, in quanto proprio il suolo è una risorsa NON rinnovabile. Crediamo sia necessario valorizzare edifici antichi e sistemi urbani obsoleti in quanto spazi speciali a disposizione delle comunità, banche di energia e di materie prime, risorse invece che problemi da risolvere.
Il retrofit è uno strumento resiliente per tradurre il passato più o meno recente e trasformarlo in una risorsa per la comunità. La trasformazione del palazzetto dello sport nel nuovo GAMeC è una di queste eredità che si trasforma in potenzialità, alla scala urbana, alla scala architettonica e alla scala dell’esperienza fisica dei cittadini. ”- spiegano Cappai e Segantini.
Il palasport di Bergamo è un edificio a forma ellittica realizzato negli anni ’60 con strutture verticali in cemento armato. Il progetto di retrofit si concentra sulla possibilità di trasformare radicalmente la struttura interna dell’edificio demolendo le gradonate ma mantenendo invece intatta la cintura dei pilastri che descrivono e caratterizzano la forma ellittica dell’edificio. Il progetto diventa un ponte tra passato e futuro: da un lato mantiene una forte traccia delle strutture originali e dall’altro inventa un nuovo spazio per accogliere il museo di arte contemporanea GAMeC. Le strutture interne esistenti verranno lasciate al grezzo mantenendo la materialità del cemento facciavista e le tracce delle sue trasformazioni.
Il nuovo Museo GAMeC poggia su una piattaforma, leggermente rialzata rispetto al livello della strada e raccordata con una serie di rampe che garantiscono a totale accessibilità dell’edificio. Il foyer è un corpo proiettato verso l'esterno che si trasforma in una soglia tra città e arte. Sul volume ellittico superiore, in lastre curve di acciaio zincato, si appoggia una lanterna traslucida di coronamento che ospita un bar/ristorante aperti verso una terrazza panoramica. Il volume si trasforma in una lanterna durante le ore notturne, diventando un'attrattiva visiva per l'edificio e il suo intorno.
Il foyer è un free floor: uno spazio a disposizione per attività ricreative, commerciali ed espositive per piccole collezioni.
All’interno lo spazio esplode in altezza, definendo, con la sua materialità il carattere del museo: le pareti con i mattoni originali riportati faccia vista, insieme ai segni dei tagli delle tribune e dei solai preesistenti, richiamano alla memoria dello spazio originale, che dialoga con il nuovo volume inserito al centro dello spazio: un volume sospeso che ospita le sale espositive dei piani superiori, accessibili grazie ad una scala monumentale.
Particolare accuratezza è stata usata nella progettazione delle sale espositive, fulcro artistico del museo e delicata macchina per la rappresentazione di opere di rilevante importanza. Al fine di soddisfare tali caratteristiche, le sale espositive sono state inserite al centro del museo, in una preziosa scatola traslucida capace di far interagire visivamente aree funzionali altrimenti estranee tra di loro. La trasparenza delle pareti perimetrali del volume sospeso è consentita dall'utilizzo di un sistema modulare di policarbonato alveolare che garantisce la diffusione della luce all'interno delle sale e un adeguato isolamento acustico.
Il percorso museale si snoda in altezza attraverso le sale e apre alcuni scorci verso la città in un continuo spostamento tra l’interno urbano dello spazio a tutta altezza e la città di Bergamo. Il museo non è solo uno spazio espositivo, diventa una macchina per guardare la città da punti di vista inusuali.
GAMeC diventa in questo senso lo strumento che trasforma la città di Bergamo in un museo di se stessa fino a giungere alla grande terrazza panoramica in copertura.