Metamorfosi
Terzi classificati del concorso "Torino fa scuola".
Si può trasformare una scuola ottocentesca in un paesaggio educativo? Metamorfosi tenta questa strada, cogliendone le potenzialità di ciò che già è costruito.
La potenzialità di avere spazi con funzioni ibridate per modi di fare scuola diversi. La potenzialità di essere inserito nel tessuto vivo della città e poter accogliere attività esterne. La potenzialità di un’articolazione leggibile della scuola per i suoi abitanti: ogni anno ha la sua casa, ogni casa è innestata su uno spazio di mezzo popolato di laboratori e servizi. Tutto è sorretto da una soglia di spazi aperti anche agli abitanti del quartiere. La rigida scansione di muri portanti e solai può essere così il punto di forza di una distribuzione che diventa essa stessa strumento di apprendimento.
Dall’aula alla Home Base: la casa
Nella metamorfosi della Pascoli le aule non sono più lo spazio prevalente, ma si trasformano in cellule dell’apprendimento, stanze di una casa condivisa da tutti gli allievi dello stesso anno. Il loro intero si può adattare a diverse modalità di comunicazione e di lavoro: ogni stanza è dotata di una parete attrezzata che integra la LIM e permette di conservare materiali didattici e personali dei ragazzi. I banchi trapezi su ruote creano configurazioni diverse per svolgere lezioni frontali, cooperative learning e flipped classroom, secondo il progetto educativo dei docenti. Le loro pareti trasparenti e mobili mettono in comunicazione le stanze con le learning streets.
La learning street è uno spazio ibrido, capace di accogliere momenti di relax e autonomia così come di attività strutturate di studio e ricerca individuale. Permette di ampliare lo spazio dell’aula a seconda delle necessità grazie alle pareti scorrevoli. Permette inoltre l’adattamento a esigenze particolari dei ragazzi, limitando il ricorso a stanze speciali.
L’ibridazione tra aule e learning street potrà essere graduale. Dall’uso tradizionale degli spazi si potrà passare ad un paesaggio educativo nel quale delle aule non rimarranno che le home base, spazio minimo per le interazioni frontali.
Il sistema aule/home base e learning street costituisce una casa. La casa del primo anno è articolata su due piani: spazi condivisi più intimi permettono un passaggio graduale a relazioni con altri compagni e alla gestione semi-autonoma della spazio. La casa del secondo e quella del terzo anno sono articolate su un piano ciascuna e permettono agli allievi di usare autonomamente piccoli spazi.
Dalle funzioni alle esperienze: gli spazi di mezzo e la soglia
Lo spazio di mezzo sul quale si innesta ogni casa accoglie tutte le funzioni comuni agli abitanti della scuola, è il luogo in cui i ragazzi si incontrano tra anni diversi e con docenti di altre classi: - accoglie i laboratori di arte, scienze e musica, luoghi che permettono l’interazione delle esperienze.
La soglia è lo spazio di relazione con la città: - accoglie la biblioteca, spazio dedicato allo studio ma anche alle attività libere di ragazzi e insegnanti. Al di sotto del soppalco, in stretta relazione con la grande sala comune, la sala insegnanti offre uno spazio di incontro e confronto. - accoglie la palestra/auditorium che diventa un vero e proprio cortile interno, dove sia le superfici orizzontali che quelle verticali sono dedicate al movimento dei corpi e al gioco.
Dalla scuola-edificio alla scuola-comunità
La scuola si apre alla città sia fisicamente che simbolicamente.
Fisicamente, perché al il sotto delle tre case, il piano terra offre i suoi spazi al quartiere. La biblioteca e la palestra potranno così essere accessibili fuori dall’orario scolastico, o durante l’estate, anche dalla cittadinanza. Gli stessi spazi potranno anche accogliere il pre e il post scuola per i ragazzi.
Simbolicamente, perché le finestre pop-out del primo piano, prolungamento del paesaggio educativo al di fuori del guscio storico, permettono ai ragazzi di percepire la città.