PAESAGGI COMUNICANTI
progetto selezionato - concorso nazionale di idee "Paesaggi Migranti"
Entrare in una camera oscura equivale ad entrare in un altro spazio, da lì il paesaggio cambia. Posto che uno spazio è spazio quando è dotato di margini e di un punto di accesso. L’obiettivo del progetto è quello di indagare proprio l’accesso, il passaggio, e di definirlo simbolicamente con una porta. Nelle diverse culture la porta ed il suo attraversamento identificano da sempre il concetto di connessione ed esplorazione. Come la porta di una normale abitazione è un luogo limite, simbolo del passaggio tra il dentro e il fuori, così la porta di un tempio identifica il passaggio tra il mondo profano e quello sacro. Questo elemento segna quindi l’intersezione fra una realtà e l’altra affidando al suo attraversamento un salto cognitivo, utile alla percezione del nostro intorno. Ha lo scopo di preservare e di separare la comunità dallo spazio “caotico” da uno spazio più intimo, di introspezione. Così come una porta unisce due ambienti rendendoli comunicanti, la nostra porta unirà due paesaggi.
Dall’affermazione di Le Corbusier secondo cui “il fuori è sempre un dentro”, si deduce che l’uomo si trova sempre all’interno di uno spazio, cioè in un interno. Il più delle volte però viviamo questo interno con superficialità. Entrare nella camera oscura e chiudere la porta alle nostre spalle equivale a superare noi stessi per un confronto più intimo con il paesaggio, non più da osservatori ma elementi di esso. Ciò permette di cogliere particolari di una più ampia realtà che è fuori, magari per disegnarla, studiarla, farla nostra. Quel paesaggio finora solo osservato, dentro la camera diventa architettura. Un’architettura che amplia il piccolo spazio interno e non solo, capovolge il punto di vista classico dell’osservatore, ponendo nuovi spunti di riflessione.
Varcare la soglia quindi non sarà soltanto un mero passaggio fisico tra due ambiti, interno ed esterno, ma un passaggio cognitivo tra due livelli, il noto e l’ignoto. Una camera per risvegliare nel fruitore la consapevolezza di far parte di un tutto con il paesaggio.
La struttura che si andrà ad allestire sarà spogliata di ogni definizione formale per lasciare la massima espressione architettonica alla porta appunto, elemento chiave del progetto. Anche di sera la porta avrà un ruolo fondamentale, fungerà come un sipario da dove usciranno gli artisti per performance, rimandando alla passerella di accesso il ruolo di stage.
Il progetto sarà realizzato in legno con l’utilizzo di alcuni elementi di recupero tra cui la porta ed i pallet. Ed è proprio nel recupero della porta che il progetto rafforza il proprio concept. L’utilizzo di un elemento così convenzionale, non più inserito in uno stereotipo domestico, intensifica il mistero poetico del progetto.