Il tema della casa è affrontato all’interno di un comparto residenziale nato negli anni Settanta, a qualche chilometro dalla città, in un’area a vocazione esclusivamente agricola, per rispondere alla crescente richiesta di una società che tornava a guardare, con occhi ben diversi, la campagna.
Si è trattato di perseguire, attraverso il progetto d’architettura, la definizione di una sorta di “nuova periferia”, riflettendo sulla possibile trasmissione dei caratteri dell’architettura rurale, ma anche sulla loro contaminazione con quelli dell’architettura urbana, capace, in passato, di generare interessanti ibridazioni architettoniche e tipologiche.
In un’area precedentemente occupata da pochi filari di viti ormai improduttivi, era richiesto di progettare alcune unità immobiliari, garantendo il massimo utilizzo del volume edificabile e prevedendo una possibile iterazione del “tipo” individuato.
L’impianto generale si affida a una serie di muri di sostegno, che correggono il profilo naturale del terreno preparandolo ad accogliere i corpi compatti delle abitazioni.
Il volume disponibile è suddiviso in tre blocchi disposti in sequenza, ideale scomposizione di un edificio plurifamiliare, che si appoggiano, o meglio si intersecano con le strutture di contenimento, legandosi intimamente al terreno. Uno di questi ospita due appartamenti, completamente autonomi e disposti su piani differenti. Gli altri due sono occupati da abitazioni unifamiliari, disposte su più livelli.
Il rapporto tra geometria e materia, che accompagna tutta la storia dell’architettura di questa regione, finisce qui, per assumere il ruolo di un paradigma.
I prospetti hanno poche aperture, di forma e dimensione variabile, “scavate” nella pietra e disposte secondo un’apparente casualità che rimanda al disegno spontaneo dell’architettura rurale.
Il rivestimento, in lastre di travertino a ricorsi variabili, esalta il principio di sedimentazione e stratificazione litica, mentre la superficie scabra delle lastre, ottenute per spacco, produce un’interessante tensione chiaroscurale.
Un’ideale opera di scavo, sottrazione materica, consente la realizzazione, per ogni blocco residenziale, di una piccola corte centrale attorno alla quale si struttura secondo i due piani, orizzontale e verticale, lo spazio della casa.
Una scala, stretta tra i massicci muri perimetrali, collega il giardino allo spazio panoramico in copertura.