Autorimessa e deposito attrezzi agricoli a Timau
L’edificio è situato in una piccola frazione nel cuore delle Alpi Carniche, un isola linguistica in cui si parla un dialetto tedesco rimasto immutato dal 1300. Il contesto architettonico è disarticolato e incoerente. Ha subito nel dopoguerra la violenza dei flussi e riflussi migratori. Le persone che ritornavano in paese portavano con se modelli architettonici mal interpretati o cercavano di affermare la propria appartenenza al luogo attraverso ingenui richiami alla tradizione locale. Per poter progettare l’edificio è stato importante perciò condurre un processo di inculturazione meditato e complesso e sviluppare un percorso comunicativo insolito con tutti gli attori del processo di costruzione. Si è chiarito quindi che la soluzione da trovare non potesse essere di ordine formale ma di coerenza rispetto alle risorse contingenti. Il dialogo ha reso evidente come l’uso del dettaglio industriale sarebbe stato scorretto e costoso, che si poteva attingere a modi del costruire più vicini usandoli come strumento di misura per il controllo delle tensioni di progetto. Una misura da esprimere nell’edificio e nel suo rapporto con l’ambiente naturale e costruito. Per questo motivo chiudere la frattura del tessuto edilizio ha permesso di legare la strada del paese, attraverso la scala che conduce agli orti, a ciò che le era vicino e valorizzare, con la finestra che mette in cornice il bosco e rida dignità alla fontanella in ghisa, ciò che era lontano.