"PASSAGES"
Frutto della collaborazione di Francesco Nucci con alcuni dei più influenti intellettuali e artisti italiani, VOLUME! inizia il suo percorso votandosi alla libera rilettura delle sue stanze attraverso la creazione artistica. Nella Roma degli anni Novanta, VOLUME! trova una particolare collocazione, ravvivando il contesto culturale, come luogo dove gli artisti sono liberi di dar vita alla loro opera attraverso un complesso sistema di relazioni che si innescano tra spazio, lavoro ed esperienza. Passaggi si presenta come un percorso nella storia di VOLUME!, che prende forma nelle ampie sale del Museo, attraverso un villaggio fatto di piccole “unità abitative”. Il senso di questo elemento non è solo architettonico ma si ritrova in maniera trasversale, sia nella storia dello spazio espositivo ma anche come costante che ha spesso legato la tematica dell'opera al luogo. Ogni volume ospita una traccia del lavoro che l’artista ha realizzato negli spazi di via san Francesco di Sales, mantenendo la sua unicità e la sua transitorietà, e, allo stesso tempo, porta in superficie la memoria che si sedimenta sulle pareti di VOLUME!. In questa insolita occasione, ogni lavoro entra in relazione con l’altro non solo in una rete spaziale, ma ponendosi su uno stesso piano temporale. Tutto ciò rende ancor più evidente lo scopo principale della Fondazione, quello di essere luogo di totale libertà, in cui l’artista ha la possibilità di lavorare in totale autonomia, di modificare lo spazio senza condizionamenti, di rendere plastica la sua idea, e di offrirla, poi, al pubblico. Il percorso, progettato da Anomia studio, sarà, inoltre, accompagnato e sottolineato da alcuni lavori collocati sulle pareti dello spazio espositivo, contribuendo anche alla trasformazione totale del museo. Dal pavimento distrutto durante il primo intervento di Alfredo Pirri, alla caotica invasione di colore di Thomas Lange, lo spirito della Fondazione non è mai cambiato, confermato anche dalle mostre che si sono susseguite negli anni. Emblematiche sono l’iconica donna incinta protagonista dell’opera di Kounellis, le stanze dipinte di Gianni Dessì, i lavori alchemici di Gilberto Zorio, i segni scultorei di Nunzio e Bizhan Bassiri e quelli luminosi di Francois Morellet. E ancora le esperienze di Pizzi Cannella, Mimmo Paladino, Gregorio Botta, Arcangelo, Giuseppe Gallo, HH Lim, Bruno Ceccobelli, Marco Gastini, Michele Zaza, Elvio Chiricozzi, Giuseppe Maraniello, Balka e Pirri, o la distruzione operata da Pedro Cabrita Reis, i lavori sul tempo e la memoria di Christian Boltanski e Fabio Mauri, l’auto bruciata di Costa Vece, la riflessione sulla censura di Carlos Garaicoa e Gianfranco Baruchello, l’ambiente domestico di Flavio Favelli, il Tempio di Jimmie Durham, e anche lo studio dello spazio come corpo vivo di Jaume Plensa e Sissi. La libertà è inoltre sottolineata dalla grande differenza tra i lavori, dalla cannuccia nel muro di Olaf Nicolai, al tunnel di Rui Chafes, dalle piccole colonne di Michele De Lucchi, alle torri di Valery Koshlyakov, fino alle esperienze performative di Santiago Sierra e Regina Josè Galindo.