Le Cavallerizze
Estensione del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano
Le Cavallerizze sono strutture storiche incluse nel complesso museale, costruite attorno alla metà del XIX secolo quando l’edificio monumentale del Museo, un ex monastero Olivetano, era adibito a caserma militare.
I lavori di recupero e rifunzionalizzazione delle Cavallerizze sono stati finanziati dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo insieme al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia.
Attraverso questi lavori di riqualificazione, le Cavallerizze diventeranno un nuovo edificio iconico che si aggiunge agli attuali padiglioni del Museo e mette a disposizione un nuovo volume unitario, diviso in ambienti tra loro collegati,
caratterizzato da una identità diversa da quella degli edifici già esistenti e si inserisce nel trend di riconversione di spazi storici in luoghi per la cultura.
Si tratta di un nuovo spazio espositivo di 1.800 mq particolarmente adatto ad ospitare mostre temporanee e installazioni artistico-tecnologiche, eventi culturali di ampio respiro, sia nazionali che internazionali, esposizioni fotografiche di grande formato, conferenze con uso multiplo di sale in contemporanea ed eventi sociali con un numero elevato di partecipanti.
Nel 2006 il Museo ha affidato all’architetto Luca Cipelletti l’incarico di realizzare i lavori per un ampio progetto di riconversione e riqualificazione delle Cavallerizze che si trovavano in uno stato di forte degrado dopo i bombardamenti avvenuti durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’intero progetto di recupero, trattandosi di edifici storici, è stato seguito in tutte le sue fasi anche dal Segretariato Regionale per la Lombardia.
Il progetto architettonico, costituito da un percorso lineare lungo circa 80 metri e ottenuto da un volume di sottrazione dei muri originari delle Cavallerizze, si imposta sull’asse storico dell’edificio monumentale: la crociera dei due chiostri.
Il progetto è centrato sulla realizzazione di una galleria prospettica, un prisma secante, più alto della quota di colmo delle cavallerizze, che funge da testata ai volumi storici e da facciata verso la piazza a settentrione. La galleria caratterizza, sotto il profilo funzionale, simbolico e rappresentativo tutto il progetto, che da via Olona percorre le cavallerizze, attraversando i nuovi spazi e servizi di cui il Museo viene a dotarsi. In prospettiva è previsto il collegamento aereo alla crociera centrale del corpo monumentale, vero cuore pulsante del Museo da cui irradia il braccio leonardesco, a consentire una migliore distribuzione del percorso museale.
Dal punto di vista del recupero edilizio l’indirizzo è stato quello di ricostruire i volumi dei moduli distrutti o parzialmente demoliti, integrando le parti mancanti in modo da ricostituirne la configurazione storica e ricavare gli spazi di servizio funzionali al Museo. I criteri adottati nei confronti dell'esistente sono la massima permanenza e conservazione delle strutture e delle finiture ancora in opera e la reintegrazione delle parti mancanti, impiegando materiali tecnologicamente nuovi per le parti ricostruttive, caratterizzate da strutture in carpenteria metallica. La reintegrazione delle murature è stata effettuata con mattoni pieni, simili a quelli esistenti sotto il profilo dimensionale, ma dichiaratamente nuovi: aspetto apprezzabile nell’attuale stratigrafia degli elevati, dove l’apparecchio murario ottocentesco risulta integrato dalle parti ricostruttive e di consolidamento murario.
Le facciate superstiti sono tornate alla configurazione ottocentesca, riaprendo le aperture a monofora archivoltate a tutto sesto che erano state tamponate con laterizio forato (portali d’ingresso e finestre delle testate).
Dal punto di vista costruttivo la galleria è costituita da portali di acciaio che hanno anche funzione di contenimento strutturale e antisismica. Il nuovo corpo doppio, che ricostituisce il volume dei due moduli demoliti durante la guerra, è stato realizzato con strutture in carpenteria metallica e facciate continue in legno e vetro. Anche le strutture di copertura degli ultimi quattro corpi di fabbrica (verso via Olona) sono ricostruite in carpenteria metallica, mentre nell’ex siloteca sono state conservate le capriate lignee originarie con gli appoggi rinforzati da modiglioni di granito e le terzere.
La conservazione dell’orditura principale è stata attuata mediante la pulitura e il rinforzo puntuale con cunei di legno e fascette metalliche. La struttura secondaria è stata interamente sostituita in quanto non originaria e non soddisfacente i requisiti normativi. È stato poi realizzato un nuovo pacchetto di copertura ‘tecnologico’ - in luogo di quello tradizionale con listelli e tegole alla marsigliese - formato da pannelli strutturali fonoassorbenti, coibentanti e impermeabilizzanti, come per i restanti moduli. In definitiva, dal punto di vista architettonico, il tema del progetto è stato quello di ricostruire con linguaggio contemporaneo le parti mancanti e di valorizzare il carattere di autenticità delle parti conservate, ponendo nuovo e manufatto storico in stretta relazione e valorizzazione reciproca.
Il recupero delle cavallerizze mira, inoltre, a conferire nuova centralità e importanza al parco scientifico verso via Olona, finalmente riscattato da un ruolo secondario, quasi un ‘retro’ del Museo. Ciò consente – anche attraverso la rappresentatività e la riconoscibilità della galleria - una sorta di lettura a ritroso, dall'intervento più recente alla costruzione più antica, delle numerose stratificazioni architettoniche avvenute nei secoli.
Dal punto di vista impiantistico il progetto sfrutta l’assialità della galleria, collocando nel suo controsoffitto la rete di distribuzione del sistema di climatizzazione, dell’impianto elettrico e della rilevazione antincendio. ll nuovo corpo di fabbrica tecnico, verso la piazza laterale a settentrione, ospita i servizi igienici e le macchine degli impianti.