Il Cosmo della Bildung
"Di ogni ordine e grado: l'architettura della scuola"
Triennale itinerante - Como
a cura di Massimo Ferrari
Novocomum, 30 luglio 8 ottobre 2015
Ho sempre pensato alla cupola del Brunelleschi come ad un affascinate programma didattico in grado di introdurci ai misteri dell'Architettura. Montagna theologica* o caverna cosmica, riflette nella sua maestosa presenza le nostre aspirazioni latenti. Se abbiamo imparato a malapena che la Bildung (l'educazione) è la costruzione della nostra immagine interiore, qui rimaniamo attoniti di fronte al suo spettacolo esteriore. Un mondo ideale cresciuto in terra, con il suo centro di gravità sospeso in alto. Il punto metafisico della "montagna" si nasconde infatti nel perno della cupola. Aspira il suolo quasi a deformarlo. In realtà a quell'altezza si misura l'infinito. La cifra dell'ideale che permette al theologico* di plasmare il tecnologico. Non ci si può sottrarre allora alla forza di attrazione emanata da questa cavità che lavora come un gigantesco campo magnetico rotante alla quota di m. +53,70.
Ed è proprio a quella quota dove inizia il nostro progetto (ideale).
Primo atto: i fondamenti.
Una tribuna in titanio si sviluppa lungo il perimetro dell'ottagono, dove la cupola incontra il tamburo. Novanta studenti, e un docente, saliranno ogni giorno a quell'altezza per accomodarsi nei loro scranni. Protési sul "vuoto" impareranno i "fondamenti" del sapere. Contemporaneamente il loro sguardo sarà rivolto in alto, al Giudizio Universale (Vasari/Zuccari). Le lezioni avranno un ciclo di tre mesi, come il ritmo delle stagioni. Un anno, 360 studenti. Il 'cosmo' biblico, mitico, simbolico, scientifico, come istruttore.
Secondo atto: la singolarità.
All'inizio del nuovo anno, in successione con i giorni, ogni studente assieme ad un docente, uscirà dalla cupola per entrare, una volta soltanto, nella sfera (dorata, diametro m. 3,80). Come una luna artificiale, essa ruota attorno al suo pianeta principale (la cupola) alla quota di m. + 89,50. Un anno per la sua rivoluzione. Meno di 5 millimetri/ora. All'interno della sfera (intermedia tra la palla del Verrocchio e i grandi oculi del tamburo) si concluderà provvisoriamente la formazione dello studente: dall'individualità alla "singolarità", dopo aver vissuto l'esperienza dei "fondamenti". Tutti i 360 studenti avranno così modo di trascorrere un giorno ciascuno in quel piccolo e silenzioso satellite roteante nel cosmo brunelleschiano. Preambolo della "singolarità". Presupposto dell'opera.
Epilogo.
L'unità spaziale (la cupola, interno-esterno); l'unità temporale (anno, giorni, ore); l'immobile/molteplice del primo atto (l'ottagono); il mobile/uno del secondo atto (la sfera). Semplici metafore per riflettere sui grandi temi della crisi del "sapere", della "persona", del "progetto". Molto ci sarebbe ancora da aggiungere, ma una cosa non può essere taciuta. Il debito contratto con la Cupola del Brunelleschi, con il timore sincero di non averla offesa o sfigurata.
Renato Rizzi
con
Susanna Pisciella
Francesco Rigon
Stefano Gobetti
Marco Renzi
Margherita Simonetti
Foto
Lorenzo Sivieri