Museo MeCrì
Il Museo MeCrì è iniziato con il sogno di una signora ottantenne di realizzare uno spazio espositivo in memoria del padre Aldo Crivelli, famoso archeologo, scrittore e pittore ticinese. L’idea era di ristrutturare un edificio esistente nel nucleo di Minusio e cambiarne la destinazione d’uso, da residenza a museo, per esporre le opere di famiglia.
L’edificio è stato trasformato nel rispetto delle sue peculiarità storiche, come imposto dalla legislazione in materia di intervento nei nuclei storici. Dall’esterno si percepisce quindi la massa muraria della casa, enfatizzata dall’arretramento dei serramenti a filo interno.
Internamente l’edificio è stato svuotato e interamente ricostruito, ad eccezione della sala a volta al piano terreno che ricorda la vocazione residenziale originaria dello stabile.
L’esposizione museale segue un percorso che attraversa due “gallerie” in doppia altezza che permettono la percezione dello spazio quale unitario e consentono l’orientamento all’interno del percorso stesso così come la percezione delle sale in diversi momenti e da differenti punti di vista. Una scala in metallo è il collegamento verticale che s’inerpica, leggero, fino all’ultimo piano, racchiuso nella nuova struttura lignea della copertura. Gli elementi interni (corpi illuminanti, serramenti, scala e attrezzature) sono bianchi e si fondono con il tinteggio delle pareti: un’intera tela che pone l’accento sui colori dell’esposizione e del nucleo vecchio inquadrato dalle aperture esistenti.
Per l’ampliamento è stato progettato un “padiglione” esterno che dialoga con i muri di cinta esistenti che delimitano il mappale d’intervento. Così facendo s’instaura una relazione funzionale e compositiva tra il museo e la nuova casa espositiva, che riprende infatti aspetti formali e volumetria delle preesistenze circostanti del nucleo.