L’attico, oggetto del progetto, si trova al di sopra di un condominio anni 60 all’interno di un complesso immobiliare di grande dimensione. Sin dai primi sopralluoghi, è apparso chiaro come la genesi formativa di questo spazio ne avesse poi determinato il carattere.
La superficie dell’appartamento è ridotta rispetto alla giacitura del condominio; questa condizione genera una serie di balconi e terrazzi di grandi dimensione ; posti perimetralmente agli spazi abitati.
In questo modo, ogni stanza ha un accesso diretto all’esterno ed è caratterizzata dalla presenza di una portafinestra.
La struttura dell’attico è definita da una copertura piana e da una serie di tamponamenti vetrati che occupano la maggior parte della superficie verticale delle pareti. L’involucro e la sua composizione sono però, per vari motivi, intoccabili. Il perimetro è definito attraverso una serie di portefinestre e finestre ad anta singola; questa condizione determina una grande quantità di luce ed una vista privilegiata sulle colline dell’entroterra e i profili che si accompagnano al mare.
La nuova distribuzione interna privilegia il rapporto diretto fra la grande terrazza e la zona giorno. I due spazi si lambiscono, definiscono una soglia.
E’ proprio lungo questa parete che si concentra l’attenzione del progetto. Preso atto che l’intera parete è di fatto difficilmente utilizzabile e che la presenza delle finestre d’angolo definisce una porzione di spazio “complesso”; si è voluto creare un dispositivo d’arredo che rendesse labili i confini fra soggiorno e terrazzo.
Il fatto che, allo stato di fatto, la soglia delle portefinestre e il terrazzo fossero rialzati rispetto al pavimento del soggiorno; ha suggerito di allungare all’interno le soglie in marmo. Da queste, si è generata una sottile “onda” marmorea che misura nelle sue sinuosità lo spazio interno. Al tempo stesso diventa seduta, piano d’appoggio e supporto, lungo l’intera parete.
La cucina in vetro che sembra levigato dall’acqua, con la sua pavimentazione in lastre di pietra lavica smaltata, è rigorosa nelle forme e ricercata nei materiali. Visibile attraverso le due vetrate scorrevoli è una presenza discreta che rimette in gioco la spazialità del soggiorno. Le vetrate scorrevoli a tutt’altezza, nella loro combinazione aperte/chiuse, allungano e ridefiniscono, di volta in volta, lo spazio della zona giorno.
La superficie in vetro bianco del tavolo da pranzo è “l’ombra” riportata della vetrata fissa centrale di separazione della cucina. Lo stesso materiale (vetro bianco laccato) assume nelle diverse posizioni geometriche (orizzontale/verticale) diverse sembianze.
La pavimentazione in parquet di rovere, le sedie, i mobili su misura, la tinteggiatura di alcune pareti verticali e le lampade a sospensione declinano in maniera diversa con toni differenti i colori della sabbia. Le lampade a sospensione del soggiorno ricordano lanterne di marittima memoria e sono rese ancor più evidenti dalla discreta presenza di altri sistemi di illuminazione (cucina e incassi) e dei caloriferi. Questi diventano mensola, specchio e schienale.
L’angolo del divano si articola su tre elementi: il colore verde che ricorda paesaggi sommersi, le pareti ortogonali differenziate nel colore (bianco/grigio) e il mobile a soffitto che cambia la misura verticale delle pareti. In questo modo, la percezione dell’angolo viene annullata. L’interno si articola attraverso una serie di scelte materiche e compositive che di volta in volta caratterizzano ogni singola stanza.
La lama di luce a soffitto accompagna nella stanza matrimoniale, le porte decentrate lasciano intravedere gli ambienti e cambiano la percezione degli stessi, i bagni utilizzano i colori e il dispositivo decorativo delle piastrelle (down-up) come elemento caratterizzante.
Una ristrutturazione alla ricerca, attraverso i colori, i materiali, l’uso di trasparenze e la definizione della sequenza di spazi, di un’atmosfera elegantemente marina.