Ginnastica dei ciechi – La corsa al cerchio
Installazione Site Specific – Giardino Storico di Sant’Alessio all’Aventino - Roma
Artista: Marzia migliora
Architetti:Chiara de' Rossi - Marina Cimato – Anna Butticci - Davide Lombardi
Foto di: Camilla Borghese
www.giardinosantalessio.org - www.camillaborghese.it - www.marziamigliora.com
Nella realizzazione dell’installazione Ginnastica dei ciechi - La corsa al Cerchio di Marzia Migliora gli Architetti Chiara de’ Rossi e Marina Cimato si sono misurate con una istallazione complessa dove le due discipline, arte e architettura, si sono incontrate in un confronto poliedrico tra idea e realizzazione, tra visione e tecnica.
La ricerca architettonica, in progetti di questo tipo, assume una forma molto diversa dal solito, poiché vengono elaborate suggestioni eterogenee in uno spazio aperto che assume l'ambivalente aspetto di soggetto e luogo di esperienza.
Lo sviluppo dell’idea progetto dell’artista, in tutte le sue forme e le sue fasi, ha portato alla ricerca di soluzioni progettuali all’avanguardia, si sono studiati tutti i passaggi tecnico-realizzativi necessari per arrivare alla trasmissione di pensieri e concetti quali “sovrastruttura, imposizione e libertà, limite e mancanza, gioco e evasione, fantasia e immaginazione”.
Nell’ attuare una valorizzazione intesa come tutela e restauro del verde e della consistenza storica del luogo, ci si è posti l’obiettivo di restituire al Giardino di Sant’Alessio che versava in uno stato di avanzato degrado, l’anima e una nuova identità: questo luogo dalla storia millenaria oggi si apre all’arte contemporanea.
Con l'implementazione dell’idea di museo all’aperto e attraverso inedite invasioni del territorio ci si è confrontati con i valori originati dal rapporto complesso, e qui, straordinariamente esemplare, tra natura, storia, architettura e paesaggio.
Nel Giardino saranno create altre opere Site specific di arte pubblica, e ogni installazione sarà concepita secondo il concetto funzionale opera – ambiente.
Le installazioni, adattandosi alla naturale scenografia del paesaggio, potranno, in via temporanea, modificare visivamente il luogo affinché una emozione “diversa” accompagni lo scenario del giardino.
L'ORIGINE DELL'IDEA - GINNASTICA DEI CIECHI – LA CORSA AL CERCHIO
Questi sono alcuni dei punti di partenza del progetto ideato dall’artista Marzia Migliora.
Il giardino di Sant’Alessio fino agli ultimi anni dell’ 800 costituiva lo spazio per il gioco e la ricreazione dei ragazzi non vedenti ospiti dell'Istituto dei Ciechi di Sant’Alessio. L’istituto dai confini ben precisi circoscritti da mura, ospitava ragazzi accomunati dal limite tangibile della cecità”.
Da ricerche di archivio sono stati ritrovati documenti e fotografie dei ragazzi ciechi durante i momenti di ricreazione: “lo spazio del giardino diventava luogo di libertà, gioco ed interazione con gli altri”, e allo stesso tempo il Regolamento generale e Regime interno dell’istituto “appare come una sovrastruttura ulteriore: una gabbia nella gabbia, atta a delimitare ancor più nel quotidiano la vita degli utenti.”
“Da queste due testimonianze emerge una forte dicotomia tra la libertà della dimensione ludica e il rigore di quel microcosmo entro il quale convivevano individui accomunanti da una mancanza: quella della vista (…) Vorrei riflettere sulla vista: guardare, osservare, conoscere, significa molto di più che imprimere sulla retina le immagini del circostante.” Oggi il giardino non è più luogo di ricreazione per i ragazzi dell’istituto, ma è anche fruito da persone mancanti dei requisiti necessari per far parte della comunità: casa, lavoro, denaro, pasto, e nel giardino non è difficile assistere a scene di vita domestiche all’aria aperta. Tali individui dormono, riposano, mangiano, lavano i panni all’aperto mettendo in scena la mancanza”.
Ginnastica dei ciechi - La corsa al Cerchio di Marzia Migliora è l’installazione Site Specific che apre il programma espositivo “TOCCARE L’ARTE”.
La Probono Onlus, che ha adottato il Giardino di Sant’Alessio, con l’iniziativa “TOCCARE L’ARTE”, si propone di incoraggiare la riflessione nei confronti della cultura dell’accessibilità sulla base della quale è d’obbligo occuparsi delle esigenze di tutti, abili e diversamente abili.
Questa è un' opera complessa costituita da tre differenti interventi che sono connessi l'uno all'altro in rapporto analogico dando luogo a una diversa dimensione intessuta di reminiscenze del passato e di suggestioni attuali.
L’opera attraverso una sorta di corto circuito spazio-temporale viene creata una diversa specificità del luogo, ovvero il suo essere teatro di tentativi di presa di libertà e di evasione dalle imposizioni.
L’opera Libero come un uomo: è costituita da una rete elettrosaldata di mt 30,00 x h.3,00 con lettere in font mostra three regular, di lamine di ferro piegate e saldate alla rete, le lamine raccolgono e restituiscono la luce in radenza.
La rete chiude il giardino sul belvedere, costruendo un limite architettonico. La frase, è una citazione di Samuel Beckett "Posso solo evadere con le palpebre serrate" ricavata per sottrazione, rimanda all’atto del vedere e ai suoi limiti, dove le palpebre serrate evocano la dimensione del sogno, dell’immaginazione, della cecità.
A questo proposito l’artista scrive: “(…) osservare, conoscere, significa molto di più che imprimere sulla retina le immagini di ciò che ci circonda. Come suggeriscono le parole di Beckett, è la capacità di immaginare e la forza del pensiero a rendere liberi, costituendo la vera possibilità di andare al di là dei limiti imposti dalle sovrastrutture sociali e culturali”.
Rooling Hoops: Undici cerchi luminosi (h mt 1,00) in alluminio sezione a “C” illuminati a led.
Questa opera trae spunto da una fotografia storica dell'archivio dell'istituto dei ciechi, che ritrae i bambini in un momento di ricreazione, intenti a giocare con i cerchi che sono stati posizionati nella stessa posizione della fotografia.
A questo scenario, vera rappresentazione fisica della foto è stata per sottrazione tolta la forza motrice data dai soggetti che correndo spingono i cerchi con delle piccole aste.
Questa mancanza genera nei fruitori la necessità di ricorrere all’immaginazione per completare la scena.
lo spettatore è chiamato a ricostruire e a recuperare attraverso l’immaginazione la significazione Iudica originaria che rappresenta una naturale forma d'evasione.
Tra le 15 e le 17,10: Una campanella in ottone il cui suono reiterato ogni giorno per due volte, per nove secondi rappresenta l’avviso della ricreazione e dello svago, nuovamente una dimensione Iudica, allo stesso tempo il segnale, risuona nello spazio ad auspicare uno stato di attenzione e di conseguente ascolto e partecipazione.
L’impedimento, il non vedere, crea la condizione di accesso alla libertà e all’immaginazione e insieme di denuncia verso coloro i quali scelgono di tenere “gli occhi chiusi” di fronte a ciò che ritengono non voler vedere. L’opera decreta in se una condizione di uguaglianza tra esseri umani invitando tutti indistintamente a “fare esperienza” ad immaginare, a ricercare la propria libertà, ad essere solidali e ad aiutare coloro i quali hanno bisogno.
Il Giardino Storico di Sant’Alessio è un luogo di alto valore storico-paesaggistico, ha una estensione di mq 3,500, i confini sono costituiti rispettivamente dai prospetti laterali della basilica di Sant’ Alessio, con un alto campanile punto di riferimento del colle, e della Basilica di Santa Sabina. Sul fondo il parapetto apre la vista sulla città di Roma.
Il colle domina e costeggia da un lato il Circo Massimo e dall’altro il Lungotevere Ripa, è un quartiere residenziale in cui insistono aree verdi di pregio: il Roseto Comunale già Cimitero Ebraico fino al 1934, il Giardino degli Aranci e il Giardino Storico di Sant’Alessio.
ATTIVITA’ e PARTECIPAZIONE
La coscienza di ogni singolo cittadino ha il diritto di arricchirsi con azioni concrete,
con tale finalità il Comitato Ambiente della Associazione Onlus Probono, ha adottato il Giardino di Sant’Alessio ed è impegnato a diffondere tra i cittadini:
una maggiore consapevolezza sull’importanza che i luoghi pubblici, quale patrimonio comune, rappresentano nel nostro vivere quotidiano;
il concetto di partecipazione al mantenimento del “Bene Comune” e del decoro della nostra città;
a pensare ed agire in quanto membri di una collettività;
l’impegno a promuovere il rispetto dell’ambiente;