Nuovo municipio di via Roma e sistemazione delle aree adiacenti. Rodano
ROD MU
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
OBIETTIVI E LINEE GUIDA DEL PROGETTO
L’attuale configurazione dello spazio pubblico dell’area di concorso è, almeno percettivamente, il risultato di una sedimentazione di vari interventi che nel tempo ne hanno variato il disegno e l’ampiezza. Il luogo ha registrato una successione d’interventi non coordinati causando, di fatto, scarsa riconoscibilità e identità.
Si è ritenuto che una nuova proposta progettuale dovesse innanzitutto assumere pochi indirizzi forti e chiari a cui ricondurre tutte le fasi del ridisegno. Due sono sembrati gli elementi irrinunciabili e qualificanti.
Innanzitutto a “rifocalizzazione” dello spazio pubblico attraverso la sottolineatura di una nuova polarità costituita dalla nuova sede municipale.
Il secondo indirizzo, in certa misura conseguente, è stato quello di ridisegnare lo spazio urbano senza alterare la struttura storica dei luoghi e degli edifici, evitando improprie ‘monumentalizzazioni’.
La nuova polarità, dunque, affida la sua eccezionalità prima che all’architettura e al suo linguaggio, alla scelta insediativa e di tracciato dell’intervento che aspira ad essere il “marcatore” del luogo dell’Istituzione.
Attorno a queste coordinate si è quindi consolidato il progetto che in sintesi, è stato quello di introdurre un dispositivo d’interazione tra gli elementi esistenti: la strada, la corte Ferrario e il relativo edificio di impianto rurale e le aree libere residuali destinate alla consistente dotazione di parcheggi prevista dall’Amministrazione.
IMPIANTO URBANO E ARTICOLAZIONE DELLO SPAZIO
La riqualificazione del contesto è stata affrontata, sia funzionalmente che sotto il profilo rappresentativo, con l’ambizione che un linguaggio architettonico contemporaneo possa ricucire un luogo eterogeneo in una sintesi capace di generare identità e senso di appartenenza.
Utilizzando materiali volutamente sobri e semplici, il progetto affronta il tema della nuova centralità coordinandosi con continuità al tessuto esistente proponendo una molteplicità di relazioni visive e di percorso.
L'idea progettuale del nuovo insediamento si è orientata ad un rispetto morfologico del tessuto di Rodano soprattutto per la strategia insediativa.Il nuovo corpo propone un rafforzamento dell'immagine urbana delimitando la via Roma con il nuovo fronte allineato all’orditura esistente andando a costituire il necessario “sipario” dello spazio pubblico che relaziona le destinazioni commerciali di vicinato e concorre a rivitalizzare l'area centrale come luogo qualificato di alcune attività emergenti nella diaspora della urbanizzazione diffusa.
La nuova struttura individua un fronte urbano preciso e solido che intende completare idealmente il nucleo incompiuto della centralità urbana. Questa scelta insediativa, realizzabile senza pregiudicare l’uso della struttura esistente nel corso dei lavori, introduce al tempo stesso una precisa gerarchia degli spazi pubblici della cui mediazione l’architettura si fa ‘agente’. Il nuovo inserimento determina un cambio dei rapporti tra gli edifici e introduce una specificità più urbana alla strada. Quest’ultima, trasformata in zona a traffico limitato e trattata in modo uniforme sulla sua superficie, invita a percepire come un unicum lo spazio di relazione tra le preesistenze Chiesa, corte Ferrario e il progetto. Proprio in corrispondenza della corte Ferrario questo spazio si dilata acquisendo le dimensioni e la valenza di una nuova piazza.
Ne sottolinea il ruolo urbano, anche la scelta di collocare in questo punto l’ingresso alla nuova struttura comunale e alla piccola sala polivalente. Una vasca d’acqua alimentata dal velo che scorre sulle sue pareti in pietra è posta parallelamente all’edificio comunale segnando la peculiarità pubblica del luogo.
Altri segni, volutamente misurati e semplici, intervengono in questo ambito dove il verde e l’arredo individuano momenti si sosta e di socializzazione, idealmente e simbolicamente legati alla memoria rurale dei luoghi.
L’architettura dell’edificio in progetto genera, quasi come un’estensione della propria matrice tipologica, il disegno dell’ampio spazio aperto che il bando impone ad uso della sosta veicolare.
L’impossibilità funzionale di ricorrere ad auspicabili soluzioni a parco verde, non impedisce con questa strategia di tracciati, di trasformare il semplice parcheggio in un disegno integrato e strutturato al riordino complessivo. Lo stesso impianto ‘fondativo’ utilizzato per la parte edificata, traccia la regola di utilizzo dello spazio aperto, introducendo il tema del ‘recinto’ e di luoghi confinati e conclusi, sottraendo in questo modo la percezione delle auto dagli spazi destinati alla funzione pedonale. Il parcheggio è, infatti, funzionalmente integrato al nuovo edificio e al sistema delle piazze e delle strade, ma al tempo stesso schermato da un impianto di setti murari o vegetali, che ne costituiscono contempo il principio ordinatore.3. IL LINGUAGGIO DELL’ARCHITETTURA
In tema di scelte architettoniche introdotte dal progetto, si è ritenuto, pur nella chiara e irrinunciabile cifra di un lessico contemporaneo, di proporre una soluzione di ricucitura e di mediata reinterpretazione dei caratteri dell'architettura rurale senza “arroganze” ma anche senza “ambientalismi” rinunciatari verso il nuovo.
Si è ipotizzato un intervento omogeneo ed essenziale, che anche nelle tipologie dei materiali, rafforzasse il senso di ordine e rigore del lessico compositivo, affidando alle soluzioni architettoniche e all’articolazione degli spazi quel rapporto percettivo sempre necessario al coinvolgimento degli utenti e allo sviluppo del senso di appartenenza ad un luogo e ad una nuova identità urbana.
Sia l’uso di materiali di comune utilizzo, sia le soluzioni formali improntate ad un impianto compositivo e a lavorazioni di relativa semplicità, vogliono segnalare la volontà di ottimizzare il rapporto qualità costi anche sotto l’aspetto della definizione di dettagli qualificati non da intenzioni formali e tecnologiche a l’originalità di impiego. L’impianto compositivo è estremamente rigoroso ed essenziale.
Murature piene in calcestruzzo o setti permeabili alla luce delimitano il piano basamentale dell’edificio disegnandone al contempo, come già detto, la relazione con gli spazi aperti.
Questo dispositivo di fondazione, risolve in sé sia la perimetrazione degli ambienti che la funzione strutturale portante del secondo e unico altro livello. Questo ulteriore piano è risolto da due volumi longitudinali integrati tra loro, ottenuti dall’ideale ‘estrusione’ di una sezione quasi archetipica:
un riferimento alla tipologia a capanna, propria della cultura architettonica e della memoria agricola dei luoghi che si riconosce nella costruzione a corte prospicente il nuovo insediamento.
Questi elementi ‘tubolari’ appoggiati sulla struttura del basamento, sollecitano, dunque, un approccio dialogante e non in contrasto tra vecchio e nuovo, un contrappunto contemporaneo sobrio ed essenziale alle regole sintattiche dell’esistente.
Il carattere è anche sottolineato dall’uniformità cromatica della copertura metallica in zinco titanio e del rivestimento in intonaco delle pareti che conferiscono all’estetica dei volumi una dimensione di astrazione e di modello morfotipologico.
Particolare attenzione è riservata alla luce, considerata ‘materiale’ del progetto. Al piano terra sul lato della nuova piazza pubblica, questa viene frammentata e modulata dalla schermatura ritmica dei setti portanti, mentre sul lato sud verso il nuovo parcheggio filtrata dai diaframmi verdi del piccolo orto concluso e del ‘muro vegetale’ parallelo all’edificio.
Al piano superiore il rapporto si inverte recuperando la predominanza delle parti opache e riconducendo le aperture a forme e dimensioni volutamente più domestiche e consuete.
La modulazione delle fonti di luce naturale per l’edificio acquisisce altro significato con l’inversione delle condizioni di luminosità tra il giorno e la notte, quando è l’edificio a diventare generatore di luce. La luce, disegnata e filtrata trasforma la costruzione in una sorta di segnale - landmark del centro urbano.
MATERIALI DI PROGETTO
Uno dei temi affrontati dal progetto come detto, è stato quello di controllare l’appropriatezza dell’intervento. Per appropriatezza o giusta misura si è inteso individuare il punto di equilibrio che il nuovo insediamento può instaurare con il contesto. Questa ‘sostenibilità’ del progetto, si confronta con il principio del tracciamento dell’architettura, con il suo linguaggio espressivo, ma necessariamente con le risorse economiche.
I materiali da costruzione concorrono a questa determinazione. La scelta si è dunque orientata su materiali sperimentati e di comune utilizzo sondandone le potenzialità espressive.
Per l’edificio la struttura è realizzata in calcestruzzo che per la parte basamentale è realizzato con cassero metallico e lasciato a vista. Il piano primo è rivestito a cappotto con finitura pigmentata in pasta e trattata ad effetto spatolato uniforme con pigmentazione termoriflettente a base acrilica con tecnologia NIR.
La copertura è in zinco titanio opportunamente ventilata. I serramenti in legno sono limitati alle parti apribili, mentre le parti fisse sono realizzate in vetro camera di sicurezza con profilo metallico incassato a scomparsa nelle pareti e a pavimento.
Le pavimentazioni interne sono in cemento al piano terra e in legno industriale al piano primo. Per il trattamento delle aree esterne i setti murari in calcestruzzo in continuità con l’edificio si alternano a ‘pareti’ vegetali di siepi.
Tutte le pavimentazioni esterne ‘dure’ della strada- piazza sono pensate in porfido, mentre per l’area destinata a parcheggio si è optato per una soluzione in terra consolidata con effetto cromatico di colore sabbia e in cemento fibro-rinforzato e colorato in pasta per le postazioni delle vetture dove deve essere garantita l’impermeabilità delle superfici.
IMPIANTO DISTRIBUTIVO E FUNZIONALE
Il concept elaborato ha rispettato in modo stringente i parametri funzionali e programmati del bando. Il risultato è una serie di spazi tra loro coordinati da una semplificata rete di percorsi e servizi onde favorire una facile immediata riconoscibilità e fruizione degli ambienti.
Si è scelto di limitare gli ambienti confinati e separati rigidamente alla sala polivalente indipendente e autonoma e alla sala di rappresentanza, mentre per gli altri spazi di lavoro si è optato per suddivisioni mobili che garantiscano un’individuazione autonoma e indipendente, ma contemporaneamente parte integrata del sistema. In sintesi le collocazioni delle singole funzioni sono così individuate: