Quando ho iniziato a pensare al progetto che il sig. Fernando Fegatilli mi ha commissionato per la costruzione della cappella sepolcrale della sua famiglia ho riflettuto sul significato di questo luogo.
La cappella nel significato letterale del suo termine non è altro che una piccola chiesa di campagna, e le immagini che mi sono corse alla mente sono quelle delle cappelle che molto spesso in Toscana si trovano sulla sommità delle colline, o lungo le strade di campagna, accompagnate da qualche cipresso nelle vicinanze.
Questi edifici sono comunicativi, trasmettono una forte sensazione di sacralità e non solo per i contenuti sacri, ma anche perché rispecchiano la sacralità del luogo dove sono stati costruiti. Essi stanno a dimostrare quanto l’uomo che le ha costruite volesse celebrare Dio in quel determinato momento e contesto, forse perché ispirato, oltre che dalla fede, dalla bellezza o sacralità del paesaggio.
Un'altra considerazione che mi è venuta alla mente è quella sul significato di sepolcro; il sepolcro non è altro che una tomba che contiene una sepoltura che ha una connotazione di particolare solennità e da questa annotazione il passaggio ai contenuti poetici dei Sepolcri di Ugo Foscolo è stata brevissima; come non dimenticarsi di versi come: “…Non vive ei forse anche sotterra, quando gli sarà muta l'armonia del giorno, se può destarla con soavi cure nella mente de' suoi? Celeste è questa corrispondenza d'amorosi sensi, celeste dote è negli umani; e spesso per lei si vive con l'amico estinto e l'estinto con noi,….” Ho pensato ancora che il gesto di Fernando di costruire questa cappella di famiglia sia importante per quello che i suoi cari hanno lasciato nel loro passaggio temporale nella vita terrena e che il significato che si deve dare all’opera debba essere importante.
Mi sono anche immaginato che nelle varie tappe della storia gli esseri umani abitano i luoghi più impensati, dalle caverne ai grattacieli e che nella vita ognuno di noi abita varie case o luoghi per anni. La cappella di famiglia ha quindi per me un significato anche di casa, l’ultima dimora, quella che accoglie le spoglie.
Dopo queste riflessioni ho deciso di mantenere nel progetto due cose: raggiungere un forte senso di comunicazione e non abbandonare la geometria stereotipata o meglio l’archetipo della forma architettonica di questi piccoli edifici, con il tetto a capanna e la forma simmetrica.
Il progetto parte da questa idea di volume, la pianta ha la forma rettangolare e vi si accede da un lato, si passa attraverso una porta angolare in acciaio inox, un passaggio ampio che mette in comunicazione visiva l'interno e l'esterno e crea un collegamento che lega l’interno del luogo sacro con l’esterno della vita.
Dal passaggio si accede ad uno spazio centrale nella cella, il luogo di riflessione e preghiera, uno spazio a pianta centrale con il cristo rivolto ad ovest come nelle chiese cristiane, dove soffermarsi a pregare ed a ricordare i proprie cari. L'interno della cappella gentilizia è tutto trattato in travertino, e contrasta fortemente con l'esterno in pietra di lavagna di colore nero.
La casa dell'abitare... dell'ultimo luogo.