RISTRUTTURAZIONE E RESTAURO DEL PALAZZO DE MARI SEDE DEL COMUNE DI ACQUAVIVA DELLE FONTI (BA)
Restauro e ristrutturazione dei locali del piano terra e del piano ammezzato dell’ala nord di Palazzo De Mari, destinati ad ospitare la biblioteca, la nuova sala lettura ed il museo civico di Acquaviva delle Fonti, con tutti i servizi annessi.
L’attuale configurazione di Palazzo De Mari è il risultato di un’articolata stratificazione di ampliamenti, demolizioni, variazioni tipologiche ecc., che hanno nel tempo trasformato l’originario impianto fortificato normanno, consistente in un recinto quadrangolare con quattro torri angolari, secondo una tipologia diffusa in territorio pugliese. Tra il 1240 ed il 1266 Filippo Cinardi, Signore di Acquaviva e di altre città vicine, riveste ruoli importanti nell’esercito di Federico II ed in particolare quello di provvisore dei castelli e di esperto in fortificazioni. E’ ipotizzabile che, durante la sua signoria su Acquaviva, Cinardi sovrintenda ad opere di ampliamento della fortezza normanna; in particolare, la sala al piano terra del corpo nord, coperta con una volta a botte ogivale costolonata simile alla copertura della sala al piano terra del corpo ovest del castello di Gioia del Colle, sembra ascrivibile al periodo federiciano. Seguono le opere di ricostruzione e trasformazione realizzate dalla dinastia degli Acquaviva d’Aragona tra la fine del XV sec. e il XVI sec. Nel 1665 il marchese Carlo De Mari, genovese, ricco banchiere del Regno di Napoli, diviene Principe di Acquaviva delle Fonti. Con lui ha inizio il dominio della famiglia De Mari che si protrarrà per oltre un secolo e mezzo. L’opera di trasformazione di Carlo De Mari e dei suoi successori sul castello è radicale: essi lo trasfigurarono completamente, portandolo ad un assetto molto prossimo a quello attuale, avente lo status di palazzo nobiliare.Le opere di ristrutturazione del lotto illustrato in queste pagine sono consistite nella liberazione degli ambienti da una serie di usi impropri ed elementi posticci che avevano fortemente contribuito al degrado ed impedito la fruibilità di questa parte dell’edificio; si è operato per restituire visibilità a strutture sino ad oggi nascoste, che permettano una migliore lettura e riconoscibilità dei valori storici dell’edificio, sulla base delle conoscenze sino ad ora acquisite. Si è cercato di realizzare un luogo di studio, ricerca ed incontro, proprio all’interno di quella parte del Palazzo che più di ogni altra contiene testimonianze della secolare storia dell’edificio, assumendo la funzione di museo di se stessa.
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