Sede amministrativa e studios di produzione di Rainbow
Il nuovo stabilimento di produzione della Rainbow sorge sul pendio di un colle che degrada dolcemente verso sud, tra Loreto e Recanati.
La Rainbow, sorprendente fenomeno nel campo dell’animazione, è costituita quasi interamente da giovani. L’atmosfera che si coglie visitandola è di un lavoro intenso ma rilassato, un microcosmo in cui oltre al lavoro contano il gioco e la goliardia.
Ad un esame più approfondito però ci si rende conto che Rainbow è anche una macchina, un meccanismo in cui nulla è lasciato al caso, l’organizzazione è tutto.
Il progetto nasce proprio da queste due suggestioni: da una parte la vitalità giovane ed esuberante di Rainbow, dall’altra il carattere del sito: un terreno agricolo immerso nelle colline marchigiane, e lambito da un torrente che poco distante confluisce nel fiume Musone.
L’intorno, fatto di campi coltivati e di industrie, rappresenta quella compresenza della vocazione agricola e di quella industriale così tipica delle Marche.
Il dolce versante del colle suggeriva di aprire quanto più possibile i volumi per fare in modo che il costruito fosse permeato dalla campagna e per permettere alla vista di spaziare tra Recanati, Loreto e il Monte Conero.
Il complesso,che si articola su un lotto con una superficie complessiva di oltre 10.000 mq, è un sistema integrato di uffici direzionali, laboratori e spazi per il tempo libero:
Gli spazi di lavoro sono di varia natura:ci sono uffici direzionali, ambienti studiati per la computer grafica, per il disegno manuale e per la commercializzazione dei prodotti. La superficie destinata agli spazi di lavoro è pari a circa 5.000 metri quadri.
I servizi, che comprendono sala cinema 3D, bar, mensa, palestra, sauna, idromassaggio, piscina, campo da tennis e calcetto, si estendono per una superficie di circa 500 metri quadri.
Vi è inoltre un appartamento foresteria su due livelli, per accogliere i collaboratori provenienti dall’estero.
C’è poi un grande spazio di servizio di superficie pari a 1.500 mq predisposto per l’utilizzo come teatro di posa.
I parcheggi sono parte a raso e parte coperti. Quelli coperti sono situati sotto la zona destinata alla direzione ed hanno uno sviluppo di circa 2.000 mq.
Il parco, che si estende su una superficie di oltre 10.000 mq, permea il complesso estendendosi in senso fisico sulle coperture che divengono giardini in quota.
Gli uffici direttivi su due piani, in gran parte proiettati su ponti e sbalzi, occupano la porzione nord del lotto, e segnano l’ingresso; al livello superiore, il volume appare compatto, una radice poggiata su pochi poderosi sostegni rivestiti in vibranti blocchi di cemento. In corrispondenza del corpo a sbalzo che segna l’ingresso, il parco che circonda il complesso e che ricopre le terrazze penetra fin dentro la hall. Entrando, si è sospesi tra la massa del volume a sbalzo sopra la testa e lo scavo verde che veicola la luce al livello inferiore. I servizi sono situati in un volume basso incassato in una fenditura aperta verso il torrente, con copertura verde, e penetrano nel parco. Il grande volume di servizio alto 7 metri è scavato nel fianco della collina per ridurne l'impatto visivo.
Costruttivamente, il complesso è un assottigliarsi di sezione e materia. Si sono utilizzati più sistemi tecnologici. Dal prefabbricato, alle strutture metalliche a ponte su isolatori antismici ,fino a complesse strutture che uniscono la tecnica del cemento armato in opera alla precompressione e alla carpenteria metallica. Questa complessità è particolarmente evidente nel sistema degli sbalzi che supportano la grande sala del Consiglio affacciata verso Recanati e l’open space del settore finanza. Via via che ci si protende verso lo spazio: la struttura è stata bilanciata lavorando sui pesi e sugli spessori. Lo sbalzo degli uffici direzionali è bilanciato dal volume della sala riunioni che si protende verso sud, e il tutto è sorretto da setti in calcestruzzo che si dilatano in quota.
Lo sbalzo verso sud, più ridotto, è realizzato con pareti piene in conglomerato con solai in orditura metallica.
Quello a nord, di maggiore estensione ( dodici metri per dieci per quattro di altezza) unisce il cemento armato ad una esile struttura metallica di completamento, quasi il rapporto tra tronco, ramo e foglia.
Dal punto di vista cromatico l’integrazione con l’ambiente naturale si è risolta nell’utilizzo di materiali e toni che richiamano i colori e la grana della terra e del legno. L’utilizzo di ampie superfici vetrate salda poi l’interno e l’esterno dell’edificio. Si ha un tutt’uno tra dentro e fuori. Le pavimentazioni in legno continuano all’esterno e i giardini penetrano all’interno.
Il percorso progettuale, dettato dal tema della compenetrazione naturale-artificiale, è stato sviluppato individuando una serie di linee guida che, in senso fisico, sono state tradotte nel costruire il complesso nel fianco della collina piuttosto che sulla collina stessa, sollevando il costruito da terra in modo da liberare il suolo e permettere una continuità fisica e visiva degli spazi. Anche le coperture sono state studiate per armonizzarsi al meglio nel paesaggio divenendo, di volta in volta, terrazze, giardini, lucernai o supporti per i pannelli fotovoltaici.
L’utilizzo attivo delle coperture ha spinto a realizzare suoli artificiali in modo da restituire un manto vegetale sulla copertura degli edifici: Tale manto, oltre a migliorare l'impatto visivo, garantisce un buon isolamento termico e contribuisce alla fissazione delle polveri sottili.
Concettualmente, l’intento principe di ridurre al minimo le emissioni inquinanti assicurando al tempo stesso il massimo livello di comfort ai dipendenti, si è esplicato nell’utilizzo di avanzate tecnologie impiantistiche, con particolare attenzione rivolta alle energie rinnovabili. La realizzazione di un impianto fotovoltaico composto da 1350 pannelli ad alta efficienza per 360 Kilowatt, integrati nella copertura degli edifici e in pergolati ombreggianti, garantisce la produzione di energia elettrica che copre il fabbisogno elettrico necessario alla climatizzazione dell'edificio, con un risparmio sulle emissioni di CO2 pari a circa 200.000 kg/anno.
L’impianto di climatizzazione con pompe di calore geotermiche, grazie al sistema di sonde a spirale, permette il condizionamento e il riscaldamento dell’aria assicurando un corretto scambio termico con il terreno, e, grazie all’integrazione con i pannelli solari, produce acqua calda sanitaria e per la piscina. Inoltre, nell’intento di ottimizzare il benessere all’interno dell’edificio, è stato utilizzato uno speciale sistema integrato di soft cooling riscaldamento/raffrescamento a pavimento abbinato a travi fredde, che incrementa l’isolamento delle superfici esterne, limitando al minimo i moti convettivi dell’aria e permettendo un sensibile risparmio nell'utilizzo di energie non rinnovabili. L’intero complesso di regolazione e gestione termica è controllato da un sistema di domotica.
Da ultimo, è stato regimentato il sistema delle acque meteoriche, che vengono raccolte in speciali cisterne e riutilizzate per l’irrigazione.
La forma del manufatto nasce dalla ricerca di integrare edificio e tecnologie ambientali.
Il carattere dell’edificio, volto a promuovere situazioni di lavoro amichevoli e conviviali, intende riproporre l’atmosfera fresca di un campus.
Questa sensazione è amplificata dalla forte presenza di verde all’esterno e dal carattere degli spazi interni che sono caratterizzati dal trattamento open space: e dall’utilizzo di ampie vetrate.
Nell’intento di ottimizzare l’integrazione con l’ambiente si sono evitati volumi scatolari e chiusi, preferendo spazi articolati che si adagiano sulle colline e si è deciso di ridurre al minimo la viabilità interna al lotto, concentrando ed intersecando quanto più possibile volumi e funzioni interconnettendo fortemente tra loro gli edifici. I corpi a ponte oltre a permettere il flusso della circolazione, lasciano lo sguardo libero di fissare il paesaggio.