Nel corpo della città
Installazione alla mostra “Spazio” al MAXXI di Roma, Maggio 2010
L’analogia tra manufatto urbano e organismi biologici ha una lunga storia, e attraversa in forme inaspettate la cultura urbana nei secoli. In essa si parla di “tessuto urbano”, di “polmoni verdi”, di “arterie di traffico” e le metafore mediche di “risanamento”, di “sventramento” attestano la violenza che l’urbanistica moderna ha dimostrato nei confronti della città antica. La nostra installazione al MAXXI vuole mettere in rappresentazione questa analogia tra corpo e città portandola alle estreme conseguenze: una serie di “cavità” ellissoidali comunicanti tra loro scavano un blocco compatto di colore rosso scuro, come se le cupole barocche del barocco romano diventassero i ventricoli di un grande “cuore di pietra”. Sul pavimento verrà proiettata la famosa pianta di Roma del Nolli del 1748, animata con il computer quasi fosse la vista al microscopio di un tessuto umano coltivato in vitro. Un’architettura “organica”, ma forse anche l’idea di un “medico scalzo” della città che di questa sappia riconoscere l’irriproducibile unicità, l’inestimabile fragilità, la necessità di trovare nuove terapie non invasive per governarne l’inevitabile crescita e vita.