Kulturpalast Dresden
-Sulla architettura esistente
Il Kultur Palast di Dresda partecipa pienamente alla speranza positivistica nel progresso e nella “modernità” che, indipendentemente dalle ideologie, ha conformato l’approccio all’architettura degli anni 60 sia all’est che all’ovest.
I progetti dell’epoca erano orientati verso obbiettivi, che noi oggi continuiamo a condividere, di leggerezza, chiarezza strutturale e funzionale, trasparenza, facilità di accesso per il pubblico.
Ciononostante ci avviciniamo a questa architettura con sentimenti contradditori: da una parte ci identifichiamo con gli stessi obbiettivi di leggerezza e trasparenza, dall’altra siamo colpiti dalla incapacità di molti di questi edifici di riuscire ad essere vere istituzioni urbane, icone in grado di competere con le architetture storiche, landmarks amati e condivisi dalla gente.
-Sull’evoluzione dell’istituzione culturale originaria
Sicuramente la concentrazione dell’offerta culturale nel Kultur Palast negli anni ’60 era una realtà innovativa e di grande interesse (tanto da giustificare il nome stesso dell’istituzione).
Oggi l’offerta di cultura a cui siamo sottoposti quotidianamente è estremamente differenziata per generi e media (da internet alla televisione ai viaggi lowcost).
Quello che oggi veramente fa la differenza e può definire un’istituzione culturale è la sua eccellenza.
Eccellenza che, quando è ottenuta ai livelli della Filarmonica di Dresda, significa individuazione e riconoscibilità pubblica.
-Programma
L’individuazione culturale e l’eccellenza dell’istituzione sono la condizione per arrivare ad una individuazione architettonica che non sia puramente formalistica.
Il progetto quindi, pur rispettando i valori positivi dell’edificio esistente (leggerezza, chiarezza, trasparenza) ed introducendo una apertura ad una fruizione informale e spontanea per il pubblico, dovrà dare all’edificio una “iconicità” nuova, pur dentro il limite di operare solo nello spazio interno.
La nuova sala di concerti si dovrà porre al centro fisico e simbolico dell’edificio, uscendo dalla genericità dell’architettura “multipurpose”.
Anche le altre istituzioni che saranno ospitate nell’edificio sono importanti istituzioni pubbliche e dovranno avere una forte, anche se meno iconica, individuazione, in modo che la descrizione del futuro edificio sarà più quella di una “coabitazione” tra elementi più che una indifferenza dell’edificio a quello che ospita.
-Soluzioni architettoniche
1_Baufenster e foyers
Pensiamo che il modo migliore di rendere evidente l’individuazione del carattere unico della Philharmonie e la gerarchia e differente natura delle istituzioni che devono convivere dentro l’edificio consista nell’essere collegate ed individuate da spazio pubblico, da un vero “paesaggio” interno.
La soluzione architettonica che abbiamo cercato di dare a questo problema consiste nel disegnare la sala come un volume “scultoreo” ovoidale (dal rinascimento il massimo della individuazione simbolica), sospeso all’interno dello spazio definito dai muri del “baufenster” (i limiti della vecchia sala concerti), da cui partono le passerelle che conducono alla sala stessa.
La stratificazione degli interventi all’interno dell’edificio (muri del diamante, volume ovoide, passerelle e tubi dell’aria condizionata) sarà, essa stessa, un elemento spettacolare e darà luogo a nuovi, drammatici effetti di spazio compresso tra il nuovo volume ed i muri e pavimento esistenti.
Lo spazio a piano terra definito dai muri del diamante e dal volume della sala soprastante è connesso direttamente all’esterno attraverso i quattro punti di accesso e si configura come una vera “piazza” interna, aperta al pubblico di passaggio, dove si potrebbero proiettare e diffondere i concerti della Philarmonie, anche in tempo reale, facendo così del concerto un “evento” urbano.
Questo spazio al piano terreno viene liberato del guardaroba centrale, che viene suddiviso in guardaroba di piano, evitando la concentrazione in un unico punto di tutto il pubblico.
Il foyer verso Altmarkt , dotato di scale nuove, prende una nuova connotazione di “ponte d’osservazione” sospeso tra la città ed il volume della sala, mentre il fregio viene spostato in una posizione più pubblica su uno dei due muri del baufenster.
2_Sala Concerti
La sala, così come all’esterno simboleggia una unità nello spazio, al suo interno è pensata come una “unità” attorno al podio in cui la presenza del pubblico ai vari livelli dia forma e “spettacolarità”alla sala stessa, circondando in maniera completa l’orchestra.
I materiali del guscio interno ed esterno della sala sono completamente diversi tra loro:
- all’esterno l’unità del volume ovoidale è sottolineata da una finitura continua, assolutamente senza giunti in membrana elastomerica ad indurimento immediato applicata a spruzzo in multistrato sulla pannellatura in cemento, l’effetto è di finitura continua lucida e liscia tipo Coniroof;
- all’interno l’unità della sala è rafforzata dall’uso dello stesso legno per pavimenti, soffitto e pareti concave. Mentre però per il pavimento si prevede un legno tradizionale, per tutto l’interno del guscio l’effetto legno è dato da un sottile strato di 0.3 mm. disposto in un pannello termoformato tra uno strato di protezione di resina trasparente di 2 mm. e uno strato di “ecoresina” di spessore 38mm. I vantaggi di tale pannellatura sono, oltreché di tipo ambientale per l’enorme risparmio di legno, anche di tipo estetico (permette una continuità totale di superficie tra pannello di parete e riflettori acustici di fondo-sala e lato-podio tecnico) e tecnico (una ottima riflettività del suono sperimentata recentemente nella Alice Tully Hall al Lincoln Center di NY).